I miei treni, il mio spazio
Luigi Ceffa (1947-2015)
Sono Marklinista dalla nascita e continuerò ad esserlo. Il primo treno ricevuto in regalo ha condizionato la mia passione e le mie scelte.
La collezione ha come base la Serie 800, dopo i primissimi modelli è stata accantonata per un paio di decenni, poi ha preso la via delle 30xx, 31xx, 33xx, 34xx, Delta, infine l’inevitabile (mai amato fino in fondo) Digitale.
Negli anni ’60 gli arrivi erano per regalo e tutto andava bene, mi divertivo con gli amici a giocare sul pavimento e tanto bastava, poi, negli anni ’90, ho sperimentato la corsa agli acquisti, l’indipendenza e la possibilità di scelta, su una voce di spesa che era “gioco” ma anche molto di più, erano una scoperta rivoluzionaria.
Adesso che una direzione per orientare gli acquisti è stata assunta, come dirò dopo, il divertimento è mantenersi immune e sopravvivere al meglio tra le mille sollecitazioni che i voluminosi cataloghi oggi propongono, a costo di far diventare ogni decisione di spesa una questione filosofica. Compensare gli acquisti con una sorta di ascetico distacco sa tanto di autolesionistica mortificazione, ma chi può permettersi la crescita infinita? E d’altronde, gli allarmi economici e l’imminente recessione mi solleticano per reazione frequenti corse al negozio più vicino.
Non avendo deciso, soprattutto per motivi affettivi, di liquidare le scatole bianche e di dedicarmi al Digitale, non ho molta propensione per riacquistare i modelli già posseduti, seppur nella versione tecnologica, e preferisco dedicarmi alla ricerca di nicchia. Lo stile che preferisco è ora Marklin per Svizzera, Belgio, Olanda e, non Marklin, per Italia. Può sembrare cervellotico, io lo intendo come una ideale cavalcata Sud-Nord dal Mediterraneo al Mare del Nord, attraverso gli ineguagliabili percorsi dei passi alpini italo-svizzeri e le altrettanto basilari patrie ferroviarie europee di Svizzera e Germania. Giusto di fronte a Belgio e Olanda sta la Gran Bretagna, dove la passione fermodellistica mi fa riconoscere una storia affascinante ed uno stile proprio e raffinato, imprescindibile, se si vuole avere una visione più d’insieme e di soddisfazione del nostro hobby.
Per quanto riguarda l’Italia ho ovviamente rivolto attenzione e altrettanto conto di fare in futuro alla produzione Roco e più limitatamente Hornby/Rivarossi, ma ho anche qualcosa di bello di Rivarossi doc.
Infine c’è il settore extraeuropeo (il mondo è grande…), cioè il reparto americano, che ho iniziato tempo fa e cerco di aumentare, troppo attraente per potervi rinunciare e per il quale valgono un po’ gli stessi discorsi fatti per la Gran Bretagna.
Veniamo adesso all’arredamento della stanza del treno, in cui sono raccolti, non mi è possibile avere di più, un circuito a due ovali di binari C dalla grande flessibilità, una vetrina raso muro, altre due con profondità da permettere teorici “minidiorami”, una parte di libreria connotata da forte passione fermodellistica. I libri e le riviste ferroviarie, mio grande interesse, sono raccolte ordinatamente ed in buon numero anche in soffitta.
Considero la 6021 ancora valida per le mie necessità di comando del piccolo circuito.
Risultato: nel piccolo, riesco ad avere buone possibilità di far sgranchire i treni, cambiare e rinnovare le vetrinette, allestire il ripiano plastico alternando e variando le presenze di edifici ottenuti da scatole di montaggio. Presto mi dedicherò a qualche costruzione di Trix, nome storico che il Marklinista doc ingiustamente sottovaluta, secondo me perfette per far sbrigliare la fantasia ed impostare moduli “raccordo”, come per la prima volta si è visto a Domodossola quest’anno.
Aggiornamento del 28 settembre 2008
Ho completato il montaggio de set “Acciaierie” di Trix, ora in attesa di collocazione definitiva.